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Febbre del Nilo (West Nile), “Non ci sono vaccini o cure, ma pochissimi i casi gravi” parla De Carlo direttrice IZSM

La direttrice sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno De Carlo a Fanpage.it: “Attivato dalla Regione il sistema di sorveglianza straordinario per West Nile in Campania. Ma no all’allarmismo. Solo i casi più gravi sviluppano meningiti o encefaliti”.

“In Campania abbiamo registrato al momento 8 casi umani di contagio da virus West Nile con forme neuroinvasive, di tipo encefaliti o meningiti. A seguito di questi eventi, la Regione ha attivato il sistema straordinario di sorveglianza regionale. Purtroppo, non esistono vaccini o terapie specifiche per la Febbre del Nilo. Negli ospedali vengono adottate terapie sintomatiche per diminuire lo stato infiammatorio e l’edema cerebrale. Ma bisogna precisare che solo un caso su 150, sviluppa sintomi gravi di tipo neurologico e solo il 20 per cento circa ha sintomi lievi che passano da soli in qualche giorno. La grande maggioranza dei casi è asintomatica”.

A parlare a Fanpage.it è Esterina De Carlo, direttrice sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, l’ente di Portici è in campo nello studio del virus West Nile che viene trasmesso in particolare dalle zanzare comuni, attraverso la puntura. “La West Nile Fever – spiega De Carlo – è una malattia provocata dal Flavivirus West Nile, è inclusa nel piano nazionale dell’arbovirosi 2020-2027 che comprende anche altri arbovirus in grado di provocare malattie di tipo neuroinfiammatorio nell’uomo e in alcuni casi anche negli animali. L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno è coinvolto anche per l’analisi del sequenziamento del virus in umani, animali e zanzare e per il supporto per l’apposizione delle trappole e la sorveglianza entomologica”.

Direttrice, come si trasmette il virus West Nile?
Il virus trova come serbatoio principale gli uccelli selvatici. Ma le zanzare rivestono il ruolo di agenti trasmettitori della malattia. In particolare, la zanzara comune di genere Culex. La puntura è il mezzo principale di trasmissione all’uomo. Non è una malattia che si trasmette con il contatto tra persone. Ma ci sono anche casi documentati di infezione trasmessa da uomo a uomo attraverso trasfusioni di sangue o di madre in figlio in gravidanza o tramite il trapianto di organi. In quest’ultimo caso, il Centro Trapianti della Campania ha attivato specifici protocolli a tutela della massima sicurezza delle attività. Anche gli animali sono soggetti ad ammalarsi, in particolare gli equini che manifestano gli stessi sintomi dell’uomo. Non è raro avere casi di malattia anche in cani, gatti, conigli o altri animali.

Dopo quanto tempo si sviluppano i sintomi?
Nell’uomo il periodo di incubazione dal momento in cui avviene la puntura va da 2 a 14 giorni. La tempistica media può variare per le persone defedate, più deboli dal punto di vista immunitario.

Quanto può essere grave il contagio?
Un aspetto relativamente positivo è dovuto al fatto che solo poche persone manifestano i segni della malattia. Il 20% circa di chi viene punto ha sintomi lievi a volte non riconoscibili: banale febbre, mal di testa, vomito, nausea. Si possono confondere facilmente con una indigestione o sintomi similinfluenzali. Mentre solo un caso su 150 ha sintomi gravi di tipo neurologico. I pazienti più soggetti a sintomi neuroinfiammatori sono gli anziani o quelli con problemi di salute di diverso tipo, in genere chi è già soggetto a problematiche di salute serie.

Quali sono i sintomi più gravi?
Meno dell’un per cento delle persone infette manifesta sintomi neurologici. Quando accade, si inizia con un forte mal di testa, febbre molto alta, problemi di vista, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Un caso su mille arriva al decesso.

Come ci si può difendere dal contagio?
Questo è uno dei problemi. Noi siamo soggetti all’insetto vettore. Non c’è vera prevenzione per il West Nile, a differenza del Covid dove bastava evitare il contatto. Le zanzare possono pungere in qualsiasi situazione. Il consiglio è di usare i repellenti, soprattutto se si va in zone dove ci possono essere zanzare, come quelle molto umide o acquitrinose. Indossare abiti con maniche lunghe e pantaloni lunghi. In casa svuotare sottovasi, piscine per bimbi, mettere zanzariere alle finestre, cambiare l’acqua nelle ciotole per gli animali. Questo serve a diminuire la deposizione delle larve delle zanzare nell’acqua stagnante. Se si hanno giardini o tombini in casa, la cosa migliore sono i trattamenti larvicidi, che vengono eseguiti anche nelle zone dove stati rinvenuti casi di positività. Si tratta cioè della disinfestazione larvicida che rientra nel piano dell’arbovirosi.

Come si cura la Febbre del Nilo?
Non esistono vaccini o terapie specifiche, ma negli ospedali sono adottate terapie sintomatiche per diminuire lo stato infiammatorio e l’edema cerebrale. Se si tratta casi lievi, mal di testa, febbre bassa vanno via in maniera spontanea. Nei soggetti più deboli in una settimana. Con una sintomatologia più intensa si suggerisce di andare in ospedale per la diagnosi e il ricovero se necessario.

Fonte: Fanpage.it

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In Campania sonde intelligenti a mare per salvare gli allevamenti di cozze: invenzione dell’Istituto Zooprofilattico

Parte il progetto dell’Acquacoltura di precisione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno per gli allevamenti di mitili della Campania.

Fonte: fanpage.it

Nel mare della Campania arrivano le sonde intelligenti per salvare gli allevamenti dei mitili locali, come cozze e vongole. Si tratta dei pregiati “frutti di mare” allevati lungo le coste campane, alla base di famosi piatti della cucina napoletana, come gli spaghetti o l’impepata di cozze, sauté e quant’altro. Il progetto dell'”Acquacoltura di precisione 4.0″ è stato realizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) con il supporto della Regione Campania attraverso il Programma Operativo FEAMP 2014-2020. Il risultato sono le nuove sonde di ultimissima generazione, dotate di sensori in grado di monitorare tutti i parametri utili agli allevatori, ma anche al controllo ufficiale dell’Asl.

Il progetto innovativo “Acquacoltura di precisione” unisce tecnologia avanzata, sostenibilità ambientale e gestione intelligente delle risorse marine. L’iniziativa, portata avanti dalla U.O.S. Ittiopatologia dell’IZSM, diretta dal dottor Fabio Di Nocera, vede il costante impegno del dottor Gianluigi Paduano e di tutto lo staff tecnico-scientifico nell’applicazione di strumenti tecnologici per migliorare la gestione degli allevamenti ittici, specialmente quelli dedicati alla mitilicoltura, come l’allevamento di cozze.

Come funziona l’acquacoltura di precisione 4.0
Il progetto si basa su un concetto ormai diffuso anche nell’agricoltura e nella zootecnia: l’utilizzo di grandi quantità di dati raccolti in tempo reale per prendere decisioni più precise, rapide ed efficaci. In questo caso, sonde multiparametriche installate nelle aree marine monitorano costantemente parametri chimico-fisici come temperatura, salinità, ossigeno disciolto e presenza di eventuali inquinanti, a diverse profondità. Questi dati vengono incrociati con le informazioni gestionali degli allevamenti (come la densità degli animali o le operazioni di raccolta) per fornire agli operatori un quadro completo e aggiornato sulle condizioni dell’ambiente marino e sulla salute delle specie allevate.

Esterina De Carlo, direttore sanitario dell’IZSM, sottolinea il valore scientifico e pratico dell’iniziativa:

“Quanto stiamo sperimentando, con il supporto della Regione Campania, avvalora un principio in cui abbiamo sempre creduto, ossia la scienza applicata che spesso sfocia anche nella formulazione e diffusione di strumenti tecnologici di uso quotidiano a sostegno dell’economia territoriale. È un classico esempio di ricerca a servizio delle imprese.”
Le sonde multi-parametriche riducono la mortalità delle cozze
Ma il vero obiettivo del progetto non è solo migliorare la produttività: è creare un modello sostenibile e riproducibile, capace di essere adottato da altri allevamenti e settori agricoli della regione. Grazie all’uso dei GIS, infatti, è possibile tracciare mappe di rischio, anticipare eventi critici come fioriture algali o aumenti improvvisi di mortalità e attivare interventi tempestivi.

Un esempio pratico? Se si registra un calo improvviso dell’ossigeno disciolto in acqua, il sistema avvisa immediatamente l’allevatore, permettendogli di intervenire prima che si verifichino danni alle colture. Non solo: i dati raccolti sono utilizzabili anche per analisi epidemiologiche e per valutare l’impatto ambientale delle attività produttive.

Una sonda dell’IZSM

La realizzazione del progetto ha visto la collaborazione di diverse aziende che hanno fornito il supporto tecnologico per la gestione delle sonde e per l’installazione e manutenzione subacquea. Fondamentale è stato anche il coinvolgimento diretto dei produttori, attraverso il Consorzio Produzione Molluschi Regione Campania e il Consorzio Mytilus Campaniae, che hanno partecipato attivamente alla sperimentazione.

“I primi risultati – spiega l’IZSM – confermano le aspettative: i dati raccolti stanno già aiutando gli allevatori a prendere decisioni più informate, ottimizzando la gestione quotidiana e migliorando la qualità del prodotto finale. Ma soprattutto, il progetto dimostra che è possibile conciliare crescita economica e tutela ambientale , un binomio sempre più cruciale per il futuro del settore ittico. Con questa iniziativa, la Campania si posiziona all’avanguardia in Italia nell’applicazione di tecnologie 4.0 al mare, aprendo la strada a nuove opportunità per il comparto agroalimentare regionale e ponendo le basi per un’acquacoltura davvero sostenibile.

 

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Bruchi processionaria

Intervista al Direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno – dott.ssa Esterina De Carlo. Emittente: Canale 8

 

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L’allerta sulla processionaria dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno: “È pericolosa, non toccatela”

Infestazione di bruchi processionaria a Napoli, segnalazioni all’Arenella, Avvocata, Chiaia e Capodimone. De Carlo, direttrice sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, a Fanpage.it: “Pericolosa per umani e animali. Può provocare shock anafilattico”.

Infestazione di processionaria a Napoli. Piccoli bruchi pelosi che camminano in fila indiana, uno dietro l’altro, come in processione – da qui il nome – dannosi per gli alberi, ma anche molto pericolosi per gli umani e per gli animali da compagnia. I loro peli sono urticanti. Al contatto si staccano e si conficcano nella pelle. “Possono portare irritazioni e una serie di sintomatologie sia all’uomo che agli animali – spiega a Fanpage.it la direttrice sanitaria IZSM, Esterina De Carlo – eritemi cutanei nella zona del contatto, congiuntiviti se portati agli occhi, mentre alla bocca possono portare vomito, dolori addominali, necrosi della lingua, gonfiore della laringe e choc anafilattico. Nei casi più gravi, si può arrivare anche alla morte”.
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Cooperazione internazionale: delegazione lituana in visita l’IZSM

Dal 3 al 7 marzo 2025, una delegazione lituana ha effettuato una visita studio presso la Regione Campania nell’ambito di un progetto di cooperazione che coinvolge l’OECD, la Regione Campania e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno.
In particolare, il 7 marzo 2025, l’Istituto Zooprofilattico ha ospitato la delegazione composta da veterinari ufficiali della Lituania, coordinati dalla Dott.ssa Gintare Jatkeviciene, Capo del Dipartimento per le Politiche Alimentari e Veterinarie, e da membri dell’OECD, rappresentati dalla Dott.ssa Blerta Guzina e dalla Dott.ssa Gordana Ristic, esperte in ispezioni sulla sicurezza alimentare.
L’incontro è stato aperto dal dott. Antonio Limone e dalla dott.ssa Esterina De Carlo, che hanno illustrato le attività degli IIZZSS e dei Centri di Riferimento nazionali. “Il Direttore Generale ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale, evidenziando il valore dello scambio di dati, conoscenze e buone pratiche nell’ottica della Planetary Health”.
Successivamente, le dott.sse Germana Colarusso e Maria Ottaiano hanno presentato le attività degli Osservatori epidemiologici regionali in ambito di sicurezza alimentare e sanità animale. Le loro relazioni hanno riguardato rispettivamente il Sistema Informativo GISA, per la gestione dei campionamenti, pre-accettazione e valutazione delle performance, e le Banche Dati Nazionali per i controlli sulla sicurezza degli animali e degli alimenti. Inoltre, il 3 marzo, la dott.ssa Colarusso ha illustrato il Nuovo Sistema di Categorizzazione delle Imprese.
Durante l’incontro, gli ospiti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con il personale dell’IZSM in un dibattito tecnico. In particolare, la dott.ssa Loredana Baldi ha approfondito il tema dei rapporti di prova emessi con il Sistema Informativo dei laboratori di analisi e dell’accreditamento 17025, mentre il dott. Pasquale Gallo ha illustrato gli aspetti legati ai contaminanti ambientali.
Questa visita ha rappresentato un’importante occasione di confronto e scambio di esperienze, rafforzando il dialogo tra istituzioni per il miglioramento delle strategie di sicurezza alimentare a livello internazionale.

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Controperizia e controversia D.L.vo 27/21 e Circolare DGISAN n. 21355 del 22 maggio 2023

Controperizia e controversia D.L.vo 27/21 e Circolare DGISAN n. 21355 del 22 maggio 2023 – indicazioni operative sul numero di aliquote da prelevare per campioni ufficiali conferiti per la ricerca della presenza di OGM.
L’Autorità competente deve prelevare 6 aliquote per i campioni effettuati per la ricerca della presenza di OGM e ciò al fine di garantire le attività di conferma e di controperizia delle analisi dei campioni con risultato sfavorevole. I campioni conferiti con un numero di aliquote difforme da quanto disposto dalle vigenti norme, saranno respinti in fase di accettazione.

 

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Izsm e CReNBuf al meeting del progetto Europeo imidiTBap

L’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e il Centro di Referenza Nazionale sull’Igiene e le Tecnologie dell’Allevamento e delle Produzioni Bufaline hanno partecipato al meeting del progetto Europeo imidiTBap “Improving the diagnosis of tuberculosis in domestic ruminants
through the use of new antigens and test platforms.

Il Direttore Generale Dott. Antonio Limone e il Direttore Sanitario Dott.ssa Esterina De Carlo (Responsabile del CReNBuf) il 18 aprile 2024, l’IZSM hanno partecipato al “3 rd imidiTBap meeting” organizzato a Madrid, dal Laboratorio di Referenza Europeo per la Tubercolosi Bovina (EURL-TB), presso il
Centro di Vigilanza Sanitaria Veterinaria (VISAVET), Animal Health Department dell’ Università Complutense (UCM) (https://www.visavet.es/ ).
L’incontro ha riunito tutti i partner del progetto europeo, finanziato nell’ambito di un bando ICRAD (International Coordination of Research on Infectious Animal Diseases) – Horizon 2020, dal titolo “Improving the diagnosis of tuberculosis in domestic ruminants through the use of new antigens and test platforms”, acronimo “imdiTBap”, iniziato il 1° aprile 2023.
Nel progetto l’IZSM e il CReNBuf, con la dr.ssa Alessandra Martucciello, sono presenti come Partner 5 del
progetto.
Il progetto imdiTBap, che intende migliorare la diagnosi della Tubercolosi bovina attraverso lo sviluppo e la valutazione di nuove piattaforme di test che utilizzano antigeni specifici nelle specie bufalina, bovina, caprina e bufalina, vede coinvolto il CReNBuf per la parte di ricerca sulla specie bufalina.
Il CRenBuf, infatti, si dedica da sempre allo studio e alla tutela di questa specie anche attraverso il miglioramento dell’approccio diagnostico alle malattie infettive, compresa la Tubercolosi bovina.
Fanno parte del consorzio del progetto, l’Animal and Plant Health Agency (APHA) Department of bacteriology, United Kingdom; l’University College Dublin (UCD) Tuberculosis Diagnostics and Immunology Research Laboratory, Irland; l’IZS della Lombardia e dell’Emilia Romagna, Laboratorio di Referenza Nazionale per la Tubercolosi bovina, Italy; l’IZS del Mezzogiorno, Centro di Referenza Nazionale sull’Igiene e le Tecnologie dell’allevamento e delle produzioni bufaline, Italy; l’Instituto de Salud Carlos III Servicio de Inmunología, Spain; l’Istanbul University Cerrahpasa Internal medicine, Turkey.
Nel meeting, coordinato dal Principal Investigator Professor Javier Bezos, della Complutense University of Madrid Animal Health Department VISAVET e dell’EURL-TB, sono stati presentati e discussi i risultati preliminari del progetto.
La dott.ssa Martucciello, insieme alla dott.ssa Mazzone (IZSUM), presente come Affilieted entity del Partner 5, ha presentato i risultati preliminari dell’uso della piattaforma MILLIPLEX® bovine cytokine/chemokine multiplex assay nel bufalo Mediterraneo (Bubalus bubalis) e nel bovino, per
l’individuazione di possibili biomarkers d’infezione da micobatteri.

I risultati che si raggiungeranno in questo progetto Horizon 2020, saranno certamente applicati nei processi diagnostici per la definitiva eradicazione della Tubercolosi in Regione Campania.