Intervista al Direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno – dott.ssa Esterina De Carlo. Emittente: Canale 8
Intervista al Direttore sanitario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno – dott.ssa Esterina De Carlo. Emittente: Canale 8
Infestazione di bruchi processionaria a Napoli, segnalazioni all’Arenella, Avvocata, Chiaia e Capodimone. De Carlo, direttrice sanitaria dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, a Fanpage.it: “Pericolosa per umani e animali. Può provocare shock anafilattico”.
Infestazione di processionaria a Napoli. Piccoli bruchi pelosi che camminano in fila indiana, uno dietro l’altro, come in processione – da qui il nome – dannosi per gli alberi, ma anche molto pericolosi per gli umani e per gli animali da compagnia. I loro peli sono urticanti. Al contatto si staccano e si conficcano nella pelle. “Possono portare irritazioni e una serie di sintomatologie sia all’uomo che agli animali – spiega a Fanpage.it la direttrice sanitaria IZSM, Esterina De Carlo – eritemi cutanei nella zona del contatto, congiuntiviti se portati agli occhi, mentre alla bocca possono portare vomito, dolori addominali, necrosi della lingua, gonfiore della laringe e choc anafilattico. Nei casi più gravi, si può arrivare anche alla morte”.
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Il direttore generale dell’Izsm Antonio Limone: “Malattia virale altamente contagiosa. Ma siamo pronti. In Italia la rete veterinaria di epidemio-sorveglianza regge “.
Alzato il livello di allerta sanitaria in Campania per l’afta epizootica, un virus che si credeva scomparso da più di 30 anni in Italia, che è tornato a minacciare gli allevamenti bovini di tutt’Europa. Il primo caso è stato rilevato in Germania pochi giorni fa. In Campania a rischio è tutta la filiera bufalina.
“Questa è un’emergenza nazionale, anzi europea”.
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Continuano gli accordi e le partnership internazionali per l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno che ha recentemente coordinato un importante training internazionale svoltosi a Monastir, Tunisia, dall’8 al 13 dicembre 2024. L’incontro si è tenuto presso l’Institut National des Sciences et Technologies de la Mer, uno degli enti beneficiari del progetto “Acquae Strength”, acronimo di Strengthening Capacity on Aquatic Animal Health and Epidemiological Surveillance. Questo progetto di cooperazione internazionale, finanziato dal Ministero della Salute italiano, è supportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH) e coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie. Avviato a febbraio 2022, ha una durata complessiva di 36 mesi.
Il progetto punta a rafforzare la sorveglianza epidemiologica sugli animali acquatici e a promuovere un’acquacoltura sostenibile. Coinvolge sette Istituti Zooprofilattici Sperimentali italiani come partner, quattro istituzioni di Paesi terzi in qualità di beneficiari e tre advisor provenienti da Paesi membri.
Un impegno corale e multidisciplinare
Nell’ambito dei quattro work packages previsti, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno si è distinto per il suo ruolo attivo. Ha già partecipato a numerose attività di formazione, tra cui:
Il recente training a Monastir ha affrontato temi cruciali come:
Le dichiarazioni del responsabile scientifico
Fabio Di Nocera, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Ittiopatologia e referente scientifico del progetto, ha sottolineato l’importanza strategica di questa iniziativa: “L’acquacoltura contribuisce in modo significativo al miglioramento della nutrizione umana, alla riduzione della povertà e allo sviluppo sostenibile delle risorse ittiche. È fondamentale ampliare la rete di collaborazione tra enti e centri di ricerca internazionali per adottare un approccio condiviso alla gestione delle malattie dei pesci. Durante il training, abbiamo fornito assistenza tecnica per rafforzare le competenze attraverso il trasferimento di know-how e metodi diagnostici avanzati. Questo contribuirà a migliorare la sorveglianza epidemiologica e a limitare l’uso di antibiotici nella produzione ittica”.
Ha inoltre aggiunto: “Le produzioni ittiche tunisine rappresentano una risorsa strategica per l’Italia, grazie agli elevati standard qualitativi adottati”.
Prospettive future
Il progetto “Acquae Strength” dimostra come la cooperazione internazionale possa essere un motore di sviluppo sostenibile e di innovazione nel settore dell’acquacoltura. Rafforzare le competenze tecniche e promuovere la condivisione di conoscenze è un passo essenziale per garantire il benessere degli animali acquatici e una produzione ittica sostenibile su scala globale.
Lo studio relativo all’intossicazione da alcaloidi tropanici causata dalla contaminazione di spinaci con frammenti di stramonio portato come caso di fenomeno strettamente legato ai cambiamenti climatici in atto e alle loro ripercussioni sulla salute pubblica. È quello raccontato e analizzato dalla Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani nel corso del Forum Risk Management di Arezzo per spiegare come operano nel paese gli istituti e quanto contribuiscono alla salvaguardia del benessere con un approccio One Health, perché dalla salute animale e ambientale passa necessariamente quella umana.
L’identificazione del problema, l’analisi e l’intervento sono un esempio di lavoro sinergico.
“È stata l’occasione per sottolineare l’importanza della nostra operatività quotidiana – commenta il dott. Antonio Limone, – coordinatore della Rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali Italiani – È un sistema unico nel suo genere che rappresenta un punto di riferimento fondamentale per il territorio. Gli IZSS non solo costruiscono ponti tra ricerca, innovazione e prevenzione sanitaria, ma vanno valorizzati nell’ottica dell’approccio One Health, che integra la salute umana, animale e ambientale”.
Il dialogo tra le 10 sedi centrali, la capillarità sul territorio con le oltre 90 sedi periferiche, la capacità di analizzare e schematizzare i big data per far fronte alle emergenze, il continuo scambio di informazioni sono la forza della Rete.
Occorre però un ulteriore sforzo in termini di operatività “Per attuare un reale cambiamento di approccio spiega Limone- è necessario partire dal territorio. Serve un maggiore e migliore dialogo tra gli Istituti Zooprofilattici e i Dipartimenti di prevenzione, un’interazione che oggi non è ancora pienamente funzionale alle sfide che ci attendono, come i cambiamenti climatici, la diffusione di malattie trasmesse da vettori e l’antimicrobico resistenza.
Questo Forum, quindi, non è solo una vetrina di tecnologie d’avanguardia, ma anche un’occasione per costruire una sanità resiliente e capace di rispondere ai bisogni di cura e assistenza dei cittadini.”
NOTA STAMPA
Portici (NA) – L’autopsia, condotta questa mattina presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (IZSM) dal Dipartimento di Sanità Animale, U.O.S. di Ittiopatologia, ha rivelato che “i soggetti sono stati ritrovati con la coda legata a una cima e vincolati a un corpo galleggiante, vittime della stessa causa di morte. L’esame autoptico ha evidenziato una lesione compenetrante associata a un processo emorragico nell’area del cavo orale, compatibile con l’infissione di un amo da pesca.”
La femmina è risultata gravida di quattro cuccioli. Si ipotizza che gli animali siano rimasti vittime del “palangaro”, uno strumento di pesca costituito da una lunga lenza con numerosi braccioli armati di ami; tale attrezzo, seppur consentito, risulta purtroppo non selettivo. All’autopsia era presente anche la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Dipartimento Ecologia Marina Integrata (EMI) che ha prelevato campioni per ulteriori ricerche sulla specie.
La tutela di questi magnifici animali protetti, spesso oggetto di cattura per frodi commerciali, richiede un maggiore impegno da parte della collettività, per evitare il ripetersi di simili episodi.
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno ha partecipato al XLV Congresso SIFO (la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Ospedaliere) con il titolo “Next Generation Pharmacy: Missione, Visione e Valore”.
Nella giornata di sabato 19 ottobre, l’IZSM è stato invitato a partecipare con un contributo alla tavola rotonda della Sessione Ambiente e Global Health.
La dott. ssa Loredana Baldi ha presentato il ruolo dell’IZSM nella Medicina Preventiva illustrando in particolare i progetti scientifici di Biomonitoraggio, l’utilizzo degli Animali Sentinella ed il ruolo del Centro di Referenza CRENCOR.
L’incontro è stato un ottimo esempio di collaborazione tra Professioni diverse allo scopo di tutelare la Planetary Health.
Questo è un video che ci aiuta a riflettere su quanto realizzato e costruito negli ultimi dieci anni, periodo in cui l’IZSM, grazie alle attività fortemente volute e finanziate dalla Regione Campania, ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere il benessere della comunità, in un’ottica di salute globale. Progetti pionieristici, un ponte tra ricerca scientifica e salute pubblica, sono solo alcuni degli obiettivi realizzati al fine di migliorare la qualità della vita e tutelare la salute animale, umana e ambientale. Questo approccio multidisciplinare e integrato, che riflette la filosofia della One Health, ha permesso all’IZSM di essere, oggi, un punto di riferimento a livello nazionale e internazionale.
Nel corso della manifestazione le 300 Fattorie Didattiche iscritte all’Albo regionale della Campania ospiteranno gratuitamente gruppi scolastici e consumatori, offrendo un nutrito programma di attività, con laboratori e percorsi interattivi.
Un’occasione importante per avvicinarsi al mondo rurale e APPROFONDIRE il legame tra agricoltura, ambiente e salute, RISCOPRIRE l’importanza del settore agricolo VALORIZZARE la Dieta Mediterranea.
Coordinamento e organizzazione Regione Campania Assessorato all’Agricoltura
Per saperne di più www.agricolutra.regione.campania.it – alimentazione@regione.campania.it
Una Rete di sicurezza sanitaria trasversale che, condividendo competenze e professionalità, parte dalla medicina veterinaria per arrivare a tutelare la salute dell’uomo, in un’ottica di prevenzione e con un approccio One Health lungo tutta la filiera. È la Rete degli Istituti Zooprofilattici sperimentali italiani (Izs), che, per come è strutturata e per come opera, rappresenta un unicum in Europa. Nessun altro Paese nel Vecchio Continente, infatti, ha numeri e presenza capillare sul territorio, come quelli che annovera la principale postazione italiana di controllo e consulenza tecnico-scientifica in materia di sanità pubblica veterinaria.
Ne fanno parte gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, della Lombardia e dell’Emilia-Romagna, delle Venezie, della Sardegna, di Lazio e Toscana, del Mezzogiorno, della Puglia e Basilicata, dell’Abruzzo e del Molise, della Sicilia, e dell’Umbria e delle Marche. Le attività sono distribuite in 10 sedi centrali, 90 sezioni diagnostiche periferiche. La Rete Izs mette a disposizione della collettività oltre 4mila persone, tra medici veterinari, chimici, biologi, ricercatori, personale tecnico-amministrativo e molte altre figure professionali, che sono quotidianamente impegnate con l’obiettivo di tutelare la salute dei cittadini.
Al fianco del ministero della Salute, delle Regioni e dell’intero Servizio sanitario nazionale le strutture della Rete orientano le politiche sanitarie sulla base di evidenze scientifiche. Dalla prevenzione e promozione della salute fino al contrasto alle epidemie ed alle malattie in genere per una salute a trecentosessanta gradi. Oggetto dell’attività dei laboratori degli Izs è tutto ciò con cui quotidianamente le persone vengono a contatto e che può avere effetti sulla salute: dalle zoonosi alle sostanze chimiche nelle matrici ambientali e alimentari, dalla nutrizione umana a quella animale, lungo tutta la filiera.
Ed è stato proprio il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a sottolineare nelle scorse settimane l’importanza del lavoro svolto dalla Rete degli Zooprofilattici: «È una componente fondamentale all’interno del sistema sanitario nazionale, che contribuisce in modo significativo alla salvaguardia della salute pubblica sia animale sia umana. Lungo la Penisola, la Rete degli Istituti Zooprofilattici rappresenta un presidio per la “salute unica” grazie alla missione multifunzionale: ricerca scientifica, servizi diagnostici, sorveglianza sulla diffusione delle malattie, formazione, supporto alle attività produttive. Questa eccellenza tutta italiana, che ci deve rendere orgogliosi, svolge un ruolo cruciale in medicina veterinaria garantendo elevati livelli di sicurezza per i cittadini».
«Ringraziamo il ministro per il riconoscimento – afferma Antonia Ricci, presidente della Rete degli Istituti zooprofilattici sperimentali italiani. La nostra mission è contribuire al benessere e alla salute dell’uomo attraverso l’applicazione delle scienze veterinarie utilizzando l’approccio One Health. Ricerca e innovazione sono fondamentali sotto il profilo della tutela della salute pubblica e animale e devono però trovare sostegno costante sotto forma di finanziamenti con un’attenzione sistematica alle tematiche che affrontiamo quotidianamente».
Fonte: Sanità24 | Il Sole 24 Ore
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